Anche quest’anno, come ogni anno, il cammino formativo della nostra comunità che prevede per quanto possibile un’uscita di almeno una giornata con lo scopo primario di rinsaldare i rapporti fra le persone, diaconi e candidati con le loro famiglie per quanto possibile, si è arricchito di una esperienza di vita.
Lo stare insieme infatti aiuta a vivere meglio, sviluppa quel senso di appartenenza ad una comunità, ecclesiale e nel nostro caso diaconale, fa riscoprire la bellezza del gruppo e allontana spinte individualiste e chiusure che poi impoveriscono tutti.
Vorrei soffermarmi brevemente e raccontare il metodo adottato per organizzare questo momento formativo, anche per tracciare delle linee guida e avviare un processo … secondo quanto appreso in questi anni di preparazione e attuazione del sinodo diocesano e cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di papa Francesco sul discernimento, tema a lui molto caro.
Al n. 51 di Evangelii Gaudium, Francesco parla di tre verbi:
riconoscere, interpretare e scegliere che si possono anche tradurre in osservare, interpretare, orientare. Questi tre verbi, se vissuti in un clima di ascolto interiore, delineano uno stile per i singoli e per le comunità, una disposizione di affidamento a un Dio che chiama a camminare, insieme, sinodalmente, … perché la volontà di Dio non si riconosce una volta per tutte, ma attraverso un cammino rinnovato, che rinnova le persone continuamente, un cammino personale e comunitario nello stesso tempo. Ecco allora che l’evento vissuto diventa parte di un processo, non è fine a sè stesso, ma si pone al servizio di uno stile che sta maturando, lo stile evangelico del coinvolgimento e della collaborazione di tutti, e i nostri fratelli diaconi che vivono e operano nella zona del conselvano ci hanno coinvolti in una forma di annuncio che si è espressa attraverso convivialità, accoglienza, fraternità, dialogo: espressioni di Chiesa in comunione che pratica la missione.
E’ una fraternità che nasce un passo alla volta e si esprime in tante direzioni; lo stesso Gesù per primo ci ha insegnato questa modalità lavorando per il regno di Dio, camminando insieme a una dozzina di collaboratori stretti e una comunità di discepoli nella Galilea delle Genti, in una itineranza comunitaria che si caratterizza nello stile attraverso l’accoglienza, ascolto, prossimità, condivisione, solidarietà, annuncio, missione, essenzialità, povertà, ecc. espressioni che papa Francesco richiama continuamente…
Il Signore ci ha regalato una giornata di sole splendido dopo una settimana di pioggia e ripresa invernale, quasi a dirci grazie per aver approfittato di questa opportunità, un evento che come equipe abbiamo desiderato, proposto e portato avanti e che i partecipanti hanno apprezzato. E da tutto questo alcuni spunti per una riflessione è importante riassumerli ed elaborarli.
La comunità si è spostata pellegrina in una zona della diocesi.
I diaconi della zona ci hanno fatto scoprire la bellezza di quella terra, le opere artistiche, i servizi all’uomo e al territorio, i tesori legati alla religiosità popolare, la storia, la spiritualità, con gesti semplici.
La convivialità vissuta negli ambienti di un patronato, condivisa con i parroci che hanno donato volentieri quanto potevano per rendere gioioso l’incontro, ha impreziosito lo stare insieme.
E non è mancata la preghiera al Signore e l’affidamento alla Vergine in un santuario a lei dedicato.
Guidata e accompagnata, la comunità ha vissuto un momento di fraternità e vicinanza ecclesiale , quel valore in più dettato da scelte fatte per costruire …e delineare uno stile , “concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi , umili” 1Pt 3,8.
Si tratta evidentemente di uno stile che anche noi stiamo maturando come Chiesa di Padova e con il sinodo abbiamo cominciato a tracciare imparando a camminare insieme.
Ringraziamo i diaconi Cesare, Ermanno, Stefano e Francesco e le loro comunità per quanto hanno fatto.
diac. Luigi Marega condiviso con l’Equipe.