“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” Mt 25,40
“Con gioia e gratitudine al Signore la Chiesa che è in Padova annuncia l’Ordinazione Diaconale per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione di S.E.R. Mons. Claudio Cipolla – Vescovo di Padova di Tiberio Soster – Lusiana (VI) e dei seminaristi Marco Baggio – Santa Maria in Cittadella e Alessandro Metello – Camin in Padova”
La celebrazione ha avuto luogo sabato 26 ottobre alle ore 16:00 presso la Basilica Cattedrale di Padova
Nato nel 1975, originario di Lusiana, sposato da 22 anni e padre di tre figlie, si è preparato a questo passo con serenità interiore, sentendo la presenza di Dio che lo accompagna. “Mi sento come il cieco nato del Vangelo di Giovanni – racconta – dove viene ripetuto quattro volte che Gesù mette del fango sui suoi occhi; sento che quel fango sta facendo effetto, e i miei occhi vedono sempre più chiaramente.”
Martedì 8 ottobre alle ore 19 presso la chiesa di Santa Caterina di Alessandria in Stanghella il vescovo ha accolto la domanda di ammissione fra i candidati al diaconato permanente di Dainese Vittorio.
L’ammissione è il momento in cui pubblicamente si chiede alla comunità cristiana tutta l’accompagnamento e la verifica di coloro che si riconoscono chiamati al diaconato.
Dal 25 luglio al 28 luglio 2024 la Comunità diaconale della Chiesa di Padova ha vissuto un’intensa esperienza nella Casa di Spiritualità Santa Maria del Covolo a Crespano del Grappa. E’ stato proposto un percorso di riflessione e approfondimento sui Salmi della lode, accompagnati dalla biblista prof.ssa Federica Vecchiato . Il Vescovo Claudio Cipolla ha arricchito il ritiro con la sua presenza.
Sabato 22 giugno 2024, nella chiesa parrocchiale di Piovene Rocchette (VI), Domenico Tura ha ricevuto dal vescovo Claudio il ministero dell’Accolitato.
Anche quest’anno, come ogni anno, il cammino formativo della nostra comunità che prevede per quanto possibile un’uscita di almeno una giornata con lo scopo primario di rinsaldare i rapporti fra le persone, diaconi e candidati con le loro famiglie per quanto possibile, si è arricchito di una esperienza di vita.
Lo stare insieme infatti aiuta a vivere meglio, sviluppa quel senso di appartenenza ad una comunità, ecclesiale e nel nostro caso diaconale, fa riscoprire la bellezza del gruppo e allontana spinte individualiste e chiusure che poi impoveriscono tutti.
Vorrei soffermarmi brevemente e raccontare il metodo adottato per organizzare questo momento formativo, anche per tracciare delle linee guida e avviare un processo … secondo quanto appreso in questi anni di preparazione e attuazione del sinodo diocesano e cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di papa Francesco sul discernimento, tema a lui molto caro.
Al n. 51 di Evangelii Gaudium, Francesco parla di tre verbi:
riconoscere, interpretare e scegliere che si possono anche tradurre in osservare, interpretare, orientare. Questi tre verbi, se vissuti in un clima di ascolto interiore, delineano uno stile per i singoli e per le comunità, una disposizione di affidamento a un Dio che chiama a camminare, insieme, sinodalmente, … perché la volontà di Dio non si riconosce una volta per tutte, ma attraverso un cammino rinnovato, che rinnova le persone continuamente, un cammino personale e comunitario nello stesso tempo. Ecco allora che l’evento vissuto diventa parte di un processo, non è fine a sè stesso, ma si pone al servizio di uno stile che sta maturando, lo stile evangelico del coinvolgimento e della collaborazione di tutti, e i nostri fratelli diaconi che vivono e operano nella zona del conselvano ci hanno coinvolti in una forma di annuncio che si è espressa attraverso convivialità, accoglienza, fraternità, dialogo: espressioni di Chiesa in comunione che pratica la missione.
E’ una fraternità che nasce un passo alla volta e si esprime in tante direzioni; lo stesso Gesù per primo ci ha insegnato questa modalità lavorando per il regno di Dio, camminando insieme a una dozzina di collaboratori stretti e una comunità di discepoli nella Galilea delle Genti, in una itineranza comunitaria che si caratterizza nello stile attraverso l’accoglienza, ascolto, prossimità, condivisione, solidarietà, annuncio, missione, essenzialità, povertà, ecc. espressioni che papa Francesco richiama continuamente…
Il Signore ci ha regalato una giornata di sole splendido dopo una settimana di pioggia e ripresa invernale, quasi a dirci grazie per aver approfittato di questa opportunità, un evento che come equipe abbiamo desiderato, proposto e portato avanti e che i partecipanti hanno apprezzato. E da tutto questo alcuni spunti per una riflessione è importante riassumerli ed elaborarli.
La comunità si è spostata pellegrina in una zona della diocesi. I diaconi della zona ci hanno fatto scoprire la bellezza di quella terra, le opere artistiche, i servizi all’uomo e al territorio, i tesori legati alla religiosità popolare, la storia, la spiritualità, con gesti semplici. La convivialità vissuta negli ambienti di un patronato, condivisa con i parroci che hanno donato volentieri quanto potevano per rendere gioioso l’incontro, ha impreziosito lo stare insieme. E non è mancata la preghiera al Signore e l’affidamento alla Vergine in un santuario a lei dedicato. Guidata e accompagnata, la comunità ha vissuto un momento di fraternità e vicinanza ecclesiale , quel valore in più dettato da scelte fatte per costruire …e delineare uno stile , “concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi , umili” 1Pt 3,8.
Si tratta evidentemente di uno stile che anche noi stiamo maturando come Chiesa di Padova e con il sinodo abbiamo cominciato a tracciare imparando a camminare insieme. Ringraziamo i diaconi Cesare, Ermanno, Stefano e Francesco e le loro comunità per quanto hanno fatto.
Il 22 febbraio, nella bellissima chiesa del Corpus Domini, quella dell’adorazione perpetua, siamo stati istituiti accoliti dal vescovo Claudio. È una tappa importante nel nostro cammino verso il diaconato permanente, che la chiesa, nella sua sapienza, ha previsto come ministero dopo il lettorato. Dopo essere diventati familiari della Parola di Dio ed avere dedicato il nostro servizio al ministero della parola e dell’annuncio, con l’accolitato serviamo in modo particolare Gesù Eucaristia. Queste prime settimane da accoliti sono state l’occasione per scoprire la ricchezza e la bellezza di questo ministero. Vedere la grandezza del Re dei Re, che si umilia tanto da farsi un piccolo pezzo di pane, poter portare la comunione ai malati o distribuire la comunione durante la messa è prima di tutto l’occasione per meditare e pregare sulla grandezza di questo sacramento, sul grande amore di Dio, sull’umiltà che il Signore ci mostra e che ci chiede di seguire. Accolito è una parola di origine greca che significa compagno di strada, seguace. Gesù ci invita a seguirlo e a farci compagni di strada in modo particolare di tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo nel cammino della vita. Come ogni ministero della Chiesa, infatti, l’attenzione è rivolta verso gli altri, ricordando le parole di Gesù “va’ e anche tu fa’ lo stesso”. Preghiamo il Signore che ci aiuti ad essere testimoni umili e gioiosi del Suo Amore, per portare la speranza e la fede nell’Amore che, unico, può placare la sete di infinito dell’uomo. Inquietum est cor nostrum donec requiescat in te, come scriveva s. Agostino.
Il passaggio da lettore ad accolito è un movimento che ci sposta, senza lasciare il presbiterio, dall’ambone, luogo della Parola, all’altare, luogo del Corpo e Sangue di Cristo. Diventare accoliti, per noi, significa accogliere la Parola di Dio nel cuore e portarla alla mensa col Signore affinché il Maestro ci aiuti a capirla e a viverla pienamente. Allora, nutriti dalla sua Parola e dal suo Amore, troviamo il coraggio e la pace interiore per entrare nella vita pratica, composta dalle gioie e fatiche quotidiane, ricordando che Gesù ci ha amato per primo, fino alla morte, e per questo siamo chiamati ad amare coloro che la vita ci pone vicino. Scendere e partire dall’altare vestiti di bianco per introdurci nella “Galilea” (la nostra quotidianità) per vivere seguendo l’esempio di Gesù, amare senza giudicare, amare abbassandosi per aiutare, amare per servire con gioia. Dalla Galilea ritornare poi all’altare, con la tunica sporca del lavoro quotidiano, per cenare insieme alla Chiesa riunita col Signore e donare con un cuore solo, tutti insieme, a Lui la lode e la gloria nei secoli.
Domenica 25 febbraio 2024, nella chiesa dell’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), il vescovo Claudio ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva del Sinodo diocesano. Un momento importante per la Chiesa di Padova, che ha visto la partecipazione di laici, presbiteri e una rappresentanza della comunità dei diaconi permanenti. Al termine, il vescovo ha consegnato ai presenti la Lettera pastorale a conclusione del Sinodo diocesano.
La celebrazione è terminata con il canto del Te Deum per ringraziare il Signore dell’interno cammino sinodale.
Giovedì 22 febbraio alle ore 19:00 presso la chiesa dell’Adorazione perpetua – Santa Lucia in Padova, il vescovo Claudio ha istituito accoliti Dennis Bacchin, residente nella parrocchia della Guizza e in servizio pastorale a Salboro e Andrea Galeota, residente nella parrocchia di Taggì di sopra e in servizio presso l’unità pastorale di Villafranca padovana.
La vita del diacono Alessandro è stata repentinamente stravolta da una gravissima emorragia cerebrale insorta in modo del tutto improvviso il 22 novembre 2023, che l’ha portato a una situazione di coma fino ai primi giorni del nuovo anno. Dal 2 gennaio era finalmente ritornato a un minimo stato di coscienza nel quale cercava di interagire con i familiari agganciando lo sguardo e con piccoli cenni del capo. Improvvisamente però verso le ore 14 del 13 gennaio il suo cuore ha cessato di battere nonostante tutti gli sforzi sanitari (dal 25 dicembre 2023 era stato infatti trasferito presso l’ospedale di Piove di Sacco dall’ospedale dell’Angelo di Mestre dove aveva ricevuto le prime cure in emergenza). Per volontà dello stesso Alessandro, è stato possibile donare le sue cornee dopo la morte.
Alessandro nasce a Roma il 1° giugno 1967 e ha un fratello di sei anni più giovane, Massimiliano, tuttora residente a Roma. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, si laurea in Economia e commercio presso l’università La Sapienza di Roma; anni dopo ottiene a Padova la laurea triennale in Scienze psicologiche della personalità e delle relazioni interpersonali.
Quanto agli studi di teologia, Alessandro si iscrive nel settembre 1997 al primo anno integrativo di filosofia presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, con lettera di presentazione del redattore della Civiltà Cattolica padre Piersandro Vanzan. Gli studi sono terminati il 20 marzo 2003 con il baccellierato in teologia.
È stato sovrintendente capo della Polizia di Stato (in cui era entrato nel 1986) e segretario provinciale di Padova del SIAP Nazionale (Sindacato italiano appartenenti polizia).
Il 28 giugno 1998 presso la parrocchia dei Santi Felice e Fortunato in Campolongo Maggiore (Ve) aveva sposato Florinda Giusto dalla cui unione felice sono nate Beatrice (2000) e Veronica (2006). Nei primi quattro anni di matrimonio la famiglia ha vissuto a Roma, prima di trasferirsi in Veneto per ragioni di lavoro. La dedizione alla famiglia e la cura degli affetti famigliari sono punti fermi che hanno caratterizzato tutta la vita Alessandro.
Già dal 1981 a Roma Alessandro era entrato a far parte della famiglia ecclesiale di ispirazione foucauldiana Domus Juventutis, associazione pubblica di fedeli di diritto diocesano afferente ai Piccoli fratelli dell’accoglienza, divenendo probando dal 1986 al 1988 e novizio dal 1988 al 1992. Approda alla professione come oblato piccolo fratello dell’accoglienza, ramo missionario, nel dicembre 1992 a Frascati. L’appartenenza alla Domus lo mette in condizione di conoscere situazioni estere e di approfondire gli studi biblici. Alessandro diventa segretario generale della Domus Juventutis per le attività missionarie, collaboratore dell’Ufficio stampa della stessa (1990-1997) e responsabile della fraternità di Roma dal 1990 al 2000. Risalgono a questi anni alcune sue pubblicazioni di carattere spirituale che provano l’ampiezza dei suoi interessi culturali e spirituali.
Il cammino verso il diaconato è iniziato nel 2005 presso il Vicariato Apostolico di Alessandria d’Egitto, tramite la cooperazione per aiuti ai missionari e bambini orfani cristiani copti, su presentazione del priore don Giuseppe Spampinato, della comunità dei Piccoli fratelli dell’accoglienza di Charles de Foucauld. Il lettorato e l’accolitato sono stati conferiti il 27 marzo 2007 nella cappella del Vicariato Apostolico d’Egitto da parte del vicario apostolico, il vescovo Giuseppe Bausardo, mentre l’ordinazione diaconale è del 24 settembre 2007. Persone che lo conobbero allora testimoniano il suo essere «persona saggia, prudente, responsabile, equilibrata e piena di carità cristiana».
Provenendo da un’altra Diocesi, godendo di una qualificata formazione e di uno sguardo missionario ampio non era scontato per Alessandro riuscire a inserirsi nella mentalità e nella sensibilità pastorale delle nostre zone: cosa che in effetti si realizzò bene. Il ministero diaconale di Alessandro si è svolto presso la parrocchia del Duomo di Piove di Sacco, con la promozione della pastorale della comunicazione della parrocchia e l’accompagnamento di persone in necessità e fragilità economica, lavorativa e personale.
Alessandro è stato inoltre coordinatore dell’équipe responsabile dell’adorazione eucaristica perpetua istituita a Piove di Sacco nella cappella dei penitenti, accanto al Duomo. Ha sempre mostrato una sensibilità speciale nella cura pastorale dei lontani dalla fede o dalla frequentazione assidua delle attività della parrocchia. Ha collaborato nei percorsi d’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi e nelle proposte di formazione per persone adulte.
Da segnalare che a riscontro del suo prodigarsi intelligente e competente nell’ambito della sua professione – sentita come una vera e propria missione – sabato 13 giugno 2020 Alessandro ha ricevuto dal prefetto di Padova il diploma dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Alessandro ha sempre valorizzato la sua indubbia professionalità per offrire consiglio e sostegno in questioni legate al rapporto con le istituzioni preposte alla pubblica sicurezza. Molti hanno fatto esperienza del suo efficace spendersi in questo senso. La sua attività sindacale nel Siap attesta la stima dei colleghi e dei suoi superiori.
Attualmente sono 55 i diaconi permanenti nel territorio diocesano, attivi nelle parrocchie e nelle realtà caritative, con l’eccezione di una decina che, per gravi motivi di salute o per l’età avanzata (il più anziano è sulla soglia dei 90 anni), svolge il proprio servizio nel “monastero invisibile”, attraverso l’incessante preghiera per la Chiesa di Padova e in particolare per la missione dei diaconi. Il 10 settembre a Villa Immacolata non è che un primo segno rosso in un calendario fitto di appuntamenti. «Quest’anno – spiega il diacono Mario Cabras, referente della formazione di richiedenti, aspiranti e candidati – la giornata di apertura è segnata anche dalla presenza del vescovo Claudio, che riprende alcuni temi affrontati l’anno scorso, come la spiritualità diocesana, e consegna desideri e sogni su quello che lui vorrebbe dal diaconato e dai diaconi di Padova». Nel corso della giornata si dà spazio alle esperienze vissute dai diaconi e viene presentato il tema formativo dell’anno: “Diaconi e dialogo con la contemporaneità”. «Il diacono è “uomo del portico” – spiega Cabras – Nel portico ci sono i negozi e le attività economiche con cui il diacono si relaziona, ma anche il mondo del tempo libero e quello della povertà. Essere in dialogo con la contemporaneità da “uomo dei portici” è un tema necessario da affrontare nell’ottica di un cammino sinodale, di una Chiesa sempre più chiamata ad essere missionaria». Contemporaneità significa anche affrontare i temi della bioetica, dell’inizio e del fine vita, le questioni morali e pastorali connesse all’identità di genere. Il calendario formativo degli aspiranti diaconi e di quelli già ordinati prevede anche appuntamenti conviviali e le celebrazioni dei santi padovani, come san Prosdocimo il 7 novembre e san Daniele il 3 gennaio. Gli aspiranti e i candidati al diaconato si concentreranno quest’anno sul tema della carità, da un punto di vista esperienziale, attraverso incontri con le opere caritative diocesane. «Cerchiamo di formare diaconi veramente a servizio della comunità, che, partendo dall’altare, camminino lungo le strade dove vivono gli uomini, entrando in relazione con loro. Diaconi che, in dialogo con i parroci, svolgano il loro compito primario di costruire la comunità».