A lode della sua gloria

Nuovi Accoliti

Il 22 febbraio, nella bellissima chiesa del Corpus Domini, quella dell’adorazione perpetua, siamo stati istituiti accoliti dal vescovo Claudio. È una tappa importante nel nostro cammino verso il diaconato permanente, che la chiesa, nella sua sapienza, ha previsto come ministero dopo il lettorato. Dopo essere diventati familiari della Parola di Dio ed avere dedicato il nostro servizio al ministero della parola e dell’annuncio, con l’accolitato serviamo in modo particolare Gesù Eucaristia. Queste prime settimane da accoliti sono state l’occasione per scoprire la ricchezza e la bellezza di questo ministero. Vedere la grandezza del Re dei Re, che si umilia tanto da farsi un piccolo pezzo di pane, poter portare la comunione ai malati o distribuire la comunione durante la messa è prima di tutto l’occasione per meditare e pregare sulla grandezza di questo sacramento, sul grande amore di Dio, sull’umiltà che il Signore ci mostra e che ci chiede di seguire. 
Accolito è una parola di origine greca che significa compagno di strada, seguace. Gesù ci invita a seguirlo e a farci compagni di strada in modo particolare di tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo nel cammino della vita. Come ogni ministero della Chiesa, infatti, l’attenzione è rivolta verso gli altri, ricordando le parole di Gesù “va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Preghiamo il Signore che ci aiuti ad essere testimoni umili e gioiosi del Suo Amore, per portare la speranza e la fede nell’Amore che, unico, può placare la sete di infinito dell’uomo.
Inquietum est cor nostrum donec requiescat in te, come scriveva s. Agostino.

Il passaggio da lettore ad accolito è un movimento che ci sposta, senza lasciare il presbiterio, dall’ambone, luogo della Parola, all’altare, luogo del Corpo e Sangue di Cristo. Diventare accoliti, per noi, significa accogliere la Parola di Dio nel cuore e portarla alla mensa col Signore affinché il Maestro ci aiuti a capirla e a viverla pienamente. Allora, nutriti dalla sua Parola e dal suo Amore, troviamo il coraggio e la pace interiore per entrare nella vita pratica, composta dalle gioie e fatiche quotidiane, ricordando che Gesù ci ha amato per primo, fino alla morte, e per questo siamo chiamati ad amare coloro che la vita ci pone vicino.
Scendere e partire dall’altare vestiti di bianco per introdurci nella “Galilea” (la nostra quotidianità) per vivere seguendo l’esempio di Gesù, amare senza giudicare, amare abbassandosi per aiutare, amare per servire con gioia. Dalla Galilea ritornare poi all’altare, con la tunica sporca del lavoro quotidiano, per cenare insieme alla Chiesa riunita col Signore e donare con un cuore solo, tutti insieme, a Lui la lode e la gloria nei secoli.

Dennis Bacchin e Andrea Galeota

Celebrazione conclusiva del Sinodo diocesano

Domenica 25 febbraio 2024, nella chiesa dell’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), il vescovo Claudio ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva del Sinodo diocesano. Un momento importante per la Chiesa di Padova, che ha visto la partecipazione di laici, presbiteri e una rappresentanza della comunità dei diaconi permanenti. Al termine, il vescovo ha consegnato ai presenti la Lettera pastorale a conclusione del Sinodo diocesano.

La celebrazione è terminata con il canto del Te Deum per ringraziare il Signore dell’interno cammino sinodale.

Nuovi Accoliti

Giovedì 22 febbraio alle ore 19:00 presso la chiesa dell’Adorazione perpetua – Santa Lucia in Padova, il vescovo Claudio ha istituito accoliti Dennis Bacchin, residente nella parrocchia della Guizza e in servizio pastorale a Salboro e Andrea Galeota, residente nella parrocchia di Taggì di sopra e in servizio presso l’unità pastorale di Villafranca padovana.

Entrambi sono candidati al  diaconato permanente.

Il Diacono Alessandro D’Angelo riposa tra le braccia del Padre

La vita del diacono Alessandro è stata repentinamente stravolta da una gravissima emorragia cerebrale insorta in modo del tutto improvviso il 22 novembre 2023, che l’ha portato a una situazione di coma fino ai primi giorni del nuovo anno. Dal 2 gennaio era finalmente ritornato a un minimo stato di coscienza nel quale cercava di interagire con i familiari agganciando lo sguardo e con piccoli cenni del capo. Improvvisamente però verso le ore 14 del 13 gennaio il suo cuore ha cessato di battere nonostante tutti gli sforzi sanitari (dal 25 dicembre 2023 era stato infatti trasferito presso l’ospedale di Piove di Sacco dall’ospedale dell’Angelo di Mestre dove aveva ricevuto le prime cure in emergenza). Per volontà dello stesso Alessandro, è stato possibile donare le sue cornee dopo la morte.

Alessandro nasce a Roma il 1° giugno 1967 e ha un fratello di sei anni più giovane, Massimiliano, tuttora residente a Roma. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, si laurea in Economia e commercio presso l’università La Sapienza di Roma; anni dopo ottiene a Padova la laurea triennale in Scienze psicologiche della personalità e delle relazioni interpersonali.

Quanto agli studi di teologia, Alessandro si iscrive nel settembre 1997 al primo anno integrativo di filosofia presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma, con lettera di presentazione del redattore della Civiltà Cattolica padre Piersandro Vanzan. Gli studi sono terminati il 20 marzo 2003 con il baccellierato in teologia.

È stato sovrintendente capo della Polizia di Stato (in cui era entrato nel 1986) e segretario provinciale di Padova del SIAP Nazionale (Sindacato italiano appartenenti polizia).

Il 28 giugno 1998 presso la parrocchia dei Santi Felice e Fortunato in Campolongo Maggiore (Ve) aveva sposato Florinda Giusto dalla cui unione felice sono nate Beatrice (2000) e Veronica (2006). Nei primi quattro anni di matrimonio la famiglia ha vissuto a Roma, prima di trasferirsi in Veneto per ragioni di lavoro. La dedizione alla famiglia e la cura degli affetti famigliari sono punti fermi che hanno caratterizzato tutta la vita Alessandro.

Già dal 1981 a Roma Alessandro era entrato a far parte della famiglia ecclesiale di ispirazione foucauldiana Domus Juventutis, associazione pubblica di fedeli di diritto diocesano afferente ai Piccoli fratelli dell’accoglienza, divenendo probando dal 1986 al 1988 e novizio dal 1988 al 1992. Approda alla professione come oblato piccolo fratello dell’accoglienza, ramo missionario, nel dicembre 1992 a Frascati. L’appartenenza alla Domus lo mette in condizione di conoscere situazioni estere e di approfondire gli studi biblici. Alessandro diventa segretario generale della Domus Juventutis per le attività missionarie, collaboratore dell’Ufficio stampa della stessa (1990-1997) e responsabile della fraternità di Roma dal 1990 al 2000. Risalgono a questi anni alcune sue pubblicazioni di carattere spirituale che provano l’ampiezza dei suoi interessi culturali e spirituali.

Il cammino verso il diaconato è iniziato nel 2005 presso il Vicariato Apostolico di Alessandria d’Egitto, tramite la cooperazione per aiuti ai missionari e bambini orfani cristiani copti, su presentazione del priore don Giuseppe Spampinato, della comunità dei Piccoli fratelli dell’accoglienza di Charles de Foucauld. Il lettorato e l’accolitato sono stati conferiti il 27 marzo 2007 nella cappella del Vicariato Apostolico d’Egitto da parte del vicario apostolico, il vescovo Giuseppe Bausardo, mentre l’ordinazione diaconale è del 24 settembre 2007. Persone che lo conobbero allora testimoniano il suo essere «persona saggia, prudente, responsabile, equilibrata e piena di carità cristiana».

Provenendo da un’altra Diocesi, godendo di una qualificata formazione e di uno sguardo missionario ampio non era scontato per Alessandro riuscire a inserirsi nella mentalità e nella sensibilità pastorale delle nostre zone: cosa che in effetti si realizzò bene. Il ministero diaconale di Alessandro si è svolto presso la parrocchia del Duomo di Piove di Sacco, con la promozione della pastorale della comunicazione della parrocchia e l’accompagnamento di persone in necessità e fragilità economica, lavorativa e personale.

Alessandro è stato inoltre coordinatore dell’équipe responsabile dell’adorazione eucaristica perpetua istituita a Piove di Sacco nella cappella dei penitenti, accanto al Duomo. Ha sempre mostrato una sensibilità speciale nella cura pastorale dei lontani dalla fede o dalla frequentazione assidua delle attività della parrocchia. Ha collaborato nei percorsi d’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi e nelle proposte di formazione per persone adulte.

Da segnalare che a riscontro del suo prodigarsi intelligente e competente nell’ambito della sua professione – sentita come una vera e propria missione – sabato 13 giugno 2020 Alessandro ha ricevuto dal prefetto di Padova il diploma dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Alessandro ha sempre valorizzato la sua indubbia professionalità per offrire consiglio e sostegno in questioni legate al rapporto con le istituzioni preposte alla pubblica sicurezza. Molti hanno fatto esperienza del suo efficace spendersi in questo senso. La sua attività sindacale nel Siap attesta la stima dei colleghi e dei suoi superiori.

Diaconi permanenti: al via il nuovo anno formativo. Come dialogare con la contemporanetà?

Da “La Difesa del popolo” del 10/09/2023

Attualmente sono 55 i diaconi permanenti nel territorio diocesano, attivi nelle parrocchie e nelle realtà caritative, con l’eccezione di una decina che, per gravi motivi di salute o per l’età avanzata (il più anziano è sulla soglia dei 90 anni), svolge il proprio servizio nel “monastero invisibile”, attraverso l’incessante preghiera per la Chiesa di Padova e in particolare per la missione dei diaconi. Il 10 settembre a Villa Immacolata non è che un primo segno rosso in un calendario fitto di appuntamenti. «Quest’anno – spiega il diacono Mario Cabras, referente della formazione di richiedenti, aspiranti e candidati – la giornata di apertura è segnata anche dalla presenza del vescovo Claudio, che riprende alcuni temi affrontati l’anno scorso, come la spiritualità diocesana, e consegna desideri e sogni su quello che lui vorrebbe dal diaconato e dai diaconi di Padova». Nel corso della giornata si dà spazio alle esperienze vissute dai diaconi e viene presentato il tema formativo dell’anno: “Diaconi e dialogo con la contemporaneità”. «Il diacono è “uomo del portico” – spiega Cabras – Nel portico ci sono i negozi e le attività economiche con cui il diacono si relaziona, ma anche il mondo del tempo libero e quello della povertà. Essere in dialogo con la contemporaneità da “uomo dei portici” è un tema necessario da affrontare nell’ottica di un cammino sinodale, di una Chiesa sempre più chiamata ad essere missionaria». Contemporaneità significa anche affrontare i temi della bioetica, dell’inizio e del fine vita, le questioni morali e pastorali connesse all’identità di genere. Il calendario formativo degli aspiranti diaconi e di quelli già ordinati prevede anche appuntamenti conviviali e le celebrazioni dei santi padovani, come san Prosdocimo il 7 novembre e san Daniele il 3 gennaio. Gli aspiranti e i candidati al diaconato si concentreranno quest’anno sul tema della carità, da un punto di vista esperienziale, attraverso incontri con le opere caritative diocesane. «Cerchiamo di formare diaconi veramente a servizio della comunità, che, partendo dall’altare, camminino lungo le strade dove vivono gli uomini, entrando in relazione con loro. Diaconi che, in dialogo con i parroci, svolgano il loro compito primario di costruire la comunità».

Andrea Canton

Tra Scrittura, preghiera e fraternità

Il racconto del ritiro estivo

Dal sito della diocesi di Padova, Ufficio diocesano di pastorale delle vocazioni

Anche quest’anno l’équipe diocesana per il diaconato si è adoperata per organizzare il ritiro estivo dei diaconi, aspiranti e candidati, presso la casa di spiritualità “Mater divinae sapientiae” a Fontanafredda. Questa struttura è gestita dall’Istituto della Carità del Sacro Cuore detto comunemente delle “Suore di don Mazza”: presenta diverse stanze adatte a momenti di lavoro di gruppo, di preghiera e di condivisione fraterna ma soprattutto offre un solido e sincero affetto che in ogni piccolo gesto viene trasmesso da suor Maria Teresa, suor Clara, suor Luigia Domenica e suor Raffaela.

Il ritiro è iniziato il giovedì sera, 27 agosto, con la cena comune che ha fatto da preambolo ad uno spazio di fraternità. Infatti, il dopocena è diventato tempo utile per sedersi e riunirsi all’area aperta per condividere esperienze e situazioni di vita. L’intento è quello di diventare diaconi col desiderio di offrire sempre più un servizio basato sulla gratuità del dono seguendo l’esempio del nostro amato Maestro Gesù.

Venerdì mattina, dopo la colazione e le lodi abbiamo approfondito il libro di Ester insieme alla biblista Federica Vecchiato. Siamo partiti con una riflessione sui vari personaggi del racconto: il re Assuero, la regina Vasti e poi Ester, Mardocheo ed Aman per approfondire le preghiere, in particolare quelle presenti al capitolo quarto. Questo percorso è stato utile per riflettere anche sulla vita dei nostri giorni e quindi su cosa possiamo fare nel nostro modo di essere “diaconi” di fronte alla nostra famiglia ristretta (il matrimonio) e alla nostra famiglia allargata (comunità dei diaconi e parrocchia). Lavoro molto utile anche perché intervallato da pause di meditazioni che permettevano di rielaborare i concetti del libro e quindi porre domande di approfondimento. Bel lavoro di gruppo!

Durante il pranzo del venerdì non potevamo dimenticare di far sentire il nostro caloroso affetto ad una persona sempre equilibrata e attenda alle esigenze di tutti: don Raffaele. Qualche scherzo, un ottimo dolce e del buon vino sono stati i nostri semplici gesti per festeggiare il compleanno del nostro Delegato vescovile per il diaconato permanente.

Sabato mattina, invece, abbiamo avuto il piacere di ricevere in visita il nostro Vescovo Claudio che ha condiviso la riflessione sul libro di Ester. Nel pomeriggio, invece, l’incontro è stato proficuo per fare il punto sull’evoluzione del Sinodo e per approfondire alcuni domande e pensieri sul futuro della Chiesa.

Sabato pomeriggio è stato importante per il Santo Rosario che abbiamo recitato, tutti insieme, anche con le suore, raccolti attorno all’immagine della Madonna di Lourdes. Momento importante durante il quale abbiamo messo in comune molte e diverse intenzioni (la pace nel mondo, i giovani, la Chiesa, le anime del purgatorio, ecc.) innalzando con fiducia la nostra preghiera alla Santa Madre chiedendo di intercedere presso suo Figlio. Alla sera abbiamo approfittato per far visita, tutti insieme, al bellissimo paese di Borghetto.

Domenica mattina, don Raffaele e il diacono Cabras hanno illustrato la situazione in merito alle nuove domande per iniziare il cammino del diaconato permanente. Momento di riflessione per ripercorrere i passi del discernimento sottolineando che il diventare diaconi significa mettersi a disposizione per servire gli altri.

Durante questo ritiro i momenti più importanti sono stati comunque quelli della condivisione e della preghiera in comune: in particolare le Lodi, i Vespri e le Sante Messe celebrate dal Vescovo Claudio, da don Raffaele e don Antonio Oriente, padre spirituale nella nostra équipe, celebrazioni accompagnate dai canti intonati da suor Clara. Alla sera, la giornata terminava con la recita della Compieta, momento particolarmente sentito perché sana riflessione interiore e personale nel ricordarci che anche noi siamo delle persone umane che commettono errori e per i quali è importante chiedere di beneficiare della misericordia del Nostro Signore.

Un ringraziamento al Vescovo Claudio per averci dedicato il suo tempo, nonostante la sua fitta agenda. Un grazie speciale a don Raffaele, a don Antonio e all’équipe (i diaconi Cabras, Marega e Ometto) che hanno creato e ben curato questo ritiro. Un caloroso e sentito grazie a tutti i diaconi e alle loro mogli che hanno deciso di partecipare contribuendo a rendere bello ed utile questo ritiro condividendo momenti di vita personale e varie riflessioni. Ultimo, ma per questo non meno importante, ancora grazie alle suore di don Mazza per la loro amorevole e delicata accoglienza nella loro casa di spiritualità.

Dennis Bacchin
candidato diacono nella parrocchia di Salboro

Incontro dei diaconi permanenti con il vescovo Claudio. Momento di comunione, fraternità e nutrimento spirituale

Da La Difesa del popolo del 21/06/2023

A coronare il momento di ascolto reciproco il vespro condiviso e la cena in centro parrocchiale. È sempre un momento ricco di significato, di sinodalità, di comunione e fraternità relazionale dove la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, la condivisione del pensiero del vescovo diventano nutrimento ministeriale. Il percorso formativo di quest’anno ha sviluppato il tema della spiritualità dei diaconi nel contesto diocesano: amare e servire la Chiesa di Padova. In sintesi: la vita spirituale è la vita concreta vissuta con riferimento allo Spirito Santo e l’esercizio del ministero è luogo di autentica esperienza spirituale che ci avvicina sempre più a Cristo servo. La preghiera diviene esperienza spirituale vissuta nel ministero. Il centro unificatore dell’itinerario spirituale del diacono è l’eucaristia, da lì trae fondamento il servizio ministeriale. Il vescovo Claudio, narrando alcuni passaggi della sua vita, ha suggerito riflessioni per avviare processi formativi sul tema della Chiesa locale, la nostra Chiesa di Padova. «Un organismo, corpo vivo» presente nelle nostre conversazioni ma anche nella nostra coscienza, come un’immagine che orienta gli interessi. Questo senso di appartenenza, nell’ottica della fede e del dialogo con il Signore, nasce da una tradizione tramandata che genera alla fede, fa crescere figli nella fede, diviene servizio nella comunità cristiana in cui mi trovo a vivere.

Una giornata di fraternità

Oltre che nel ministero, i diaconi esprimono la loro fraternità anche condividendo momenti che possiamo definire “di famiglia”. Per questo almeno una volta all’anno organizzano una giornata per condividere alcune ore all’insegna dell’amicizia.

Per il 2023 si è deciso di immergersi nella natura e nell’arte. Domenica 23 aprile l’appuntamento è stato fissato presso il santuario del Tresto, punto di riferimento della cristianità della Bassa padovana.

La celebrazione dell’Eucaristia nel santuario, avvenuta nel contesto parrocchiale, ha espresso il legame tra i diaconi e il servizio che svolgono nelle comunità della diocesi.

La successiva visita al santuario e agli ambienti annessi ha permesso di apprezzare la storia e la devozione legati a questo luogo santo.

Un momento della giornata di fraternità del 23 aprile 2023

Il clima familiare è poi emerso nel momento del pranzo comunitario, tenutosi presso le strutture della parrocchia di Piacenza d’Adige, proseguendo nella fattoria didattica “Il boschetto delle lepri”, gestita dal nostro confratello Ferdinando insieme alla moglie Mara. Qui, circondati dai colori e dai suoni della natura, i diaconi hanno avuto modo di fare il punto su alcuni aspetti del ministero diaconale. Molto arricchente è stata l’opportunità di conoscere le attività della struttura in favore soprattutto dei ragazzi che qui possono svolgere diverse attività didattiche.

Galleria immagini

Conferimento dei ministeri del Lettorato e dell’Accolitato

Sabato 25 marzo 2023, festa dell’Annunciazione del Signore, verranno conferiti i ministeri del

  • Lettorato a Denis Bacchin e  Andrea Galeota
  • Accolitato a Tiberio Soster

La testimonianza di Tiberio Soster: Il Signore ci chiama a “fare la storia” con Lui

Annunciare la Luce del Vangelo è la vocazione maturata in Tiberio, sposato e padre di tre ragazze, prossimo all’ordinazione diaconale

«Mi chiamo Tiberio, ho 47 anni e vivo a Lusiana nella frazione di Velo. Sono cresciuto a Santa Caterina, una frazione dello stesso comune, dove con papà Eraldo, mamma Antonietta e il fratello Michele ho condiviso la casa di famiglia per ventisette anni, fino al giorno cui mi sono sposato con Anna. Dalla nostra unione sono “germogliati tre bellissimi fiori” che sono le nostre tre figlie: Maria di 18 anni, Carlotta di 13 e Adele Fatima di 7 anni (nata il 13 Maggio del 2015, ecco perché il secondo nome Fatima).

Nella piccola parrocchia di Santa Caterina è iniziato il mio cammino di cristiano, ricevendo il 29 marzo 1975 il Sacramento del Battesimo. Solo dopo mi sono reso conto che anch’io, da quel 29 marzo, sono stato chiamato ad avere un posto nel disegno di Dio. E’ da quel giorno che Dio mi chiama veramente per nome, che posso chiamarlo con il nome di Padre, che appartengo completamente a Gesù Cristo, facendone parte viva del suo corpo inserendomi nella comunità della Chiesa per tutta la vita. Ripeto, solo in questi ultimi 15 anni ho veramente capito l’importanza di quella “triplice immersione”, e che da quella “sacra unzione” la mia vita è indirizzata a una meta precisa e tutt’altro che irraggiungibile.

Questa meta, che sto cercando di raggiungere a piccoli passi, ha visto la sua “effettiva partenza” mentre in una serata di metà luglio del 2012 osservavo il tramonto del sole seduto in una scogliera davanti al mare; in quel momento stavo meditando la Parola del giorno e pregavo la Liturgia delle Ore con la recita del Vespro.

È stato lì, in quel preciso istante, che ho capito che il Signore chiedeva qualcosa di più alla mia fede, mi è allora balzata subito in mente la “Parabola del seminatore”; ho riflettuto per più di un’ora sul fatto che sono un battezzato ma, nonostante questo, il mio seme continua a cadere nel terreno sassoso, nonostante accoglievo la Parola di Dio con gioia non avevo “le radici” perché ero una persona incostante, e il seme, di sua volta, cadeva tra i rovi ed era soffocato da tutti i miei affanni, le mie preoccupazioni, la mia seduzione di ricchezza.

Questo mia consapevolezza è stata quindi uno “spalancare gli occhi “su quello che ero stato finora e quello che sarei potuto diventare; come dire, mi sono guardato indietro, ma nello stesso tempo mi stavo accorgendo che dovevo guardare avanti.

Ho continuato quindi a cercare questi momenti intimi di preghiera con Dio. Mi soffermavo metodicamente per almeno un’ora al giorno per mettermi in ascolto della Parola che il Signore mi offriva sempre. Approfondendo sempre di più questa Parola di Grazia, mi sono reso conto che avevo delle notevoli lacune sulla conoscenza dei testi Sacri. Contrariato e infastidito per questa mia ignoranza, ho deciso di iscrivermi nel settembre del 2014 alla Facoltà Teologica del Triveneto presso l’Istituto di Scienze Religiose di Vicenza e di iniziare così un percorso di studi con serietà, riuscendo a frequentare le lezioni alla sera e a sostenere a mano a mano i rispettivi esami.

Per quanto riguarda le motivazioni personali che mi portano a chiedere di diventare Diacono Permanente le riassumo prendendo spunto da questa frase di Santa Teresa di Calcutta: «Spesso si vedono fili elettrici, piccoli o grossi, nuovi e vecchi, dei cavi costosi e a buon mercato; da soli sono inutili e, finché non passa la corrente non si ha la luce. Il filo siamo noi, la corrente è Dio. Noi abbiamo la possibilità di permettere alla corrente di passare attraverso di noi e di utilizzarci per produrre la luce nel mondo, oppure possiamo rifiutare di essere usati e consentire così alle tenebre di diffondersi».

……ecco, io desidero intensamente di servire la Chiesa perché ho deciso di dare corrente a quei fili per dare la luce, io non voglio che le tenebre si diffondano, la vita è proprio annunciare la luce del Vangelo». 

Innamorarsi di Cristo è la storia d’amore più grande

Cercarlo è la più grande avventura

Trovarlo è la più grande conquista umana

 (S. Agostino)

Tiberio Soster

Il neo diacono Andrea Bordin con il vescovo Claudio

Ordinazione diaconale di Andrea Bordin

Il neo diacono Andrea Bordin con il vescovo Claudio

Domenica 8 gennaio 2023, festa del Battesimo del Signore, presso la chiesa parrocchiale di Saccolongo (PD) il vescovo Claudio ha ordinato il diacono Andrea Bordin.

Presentazione del diacono Andrea Bordin

Sono Andrea Bordin nato il 1° ottobre del 1969 da papà Giuseppe e mamma Lina. Sono il secondo di tre figli nati a Padova e cresciuti a Tencarola di Selvazzano.
Da papà e mamma ho imparato la completa dedizione alla famiglia.
Sono cresciuto nell’ambiente dell’Azione Cattolica dove ho conosciuto Monica. Appartenevamo allo stesso gruppo di AC, realtà che ha aiutato a far nascere il nostro amore di 17enni alla prima (e unica) esperienza di coppia.
Monica ed io il 1° giugno 1996 abbiamo detto il nostro sì al Signore come sposi.
Il buon Dio che tutti ama, ci ha ricolmato di doni e dal nostro amore sono nati 5 splendidi figli.
Sono un geometra.
Nel 2007, io e Monica abbiamo conosciuto la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi.
Dal 2013 siamo membri della Comunità e da allora la nostra casa e i nostri cuori si sono spalancati alla condivisione diretta con piccoli, adolescenti o adulti.
Inoltre da 7 anni siamo stati confermati nella vocazione come Casa Famiglia della Comunità a Saccolongo.
Ancora 8 anni fa entrò in me il desiderio di verificare se ero chiamato al diaconato, ma ho iniziato solo 5 anni fa il percorso fatto di incontri in comunità diaconale, di verifiche e colloqui con la guida spirituale e di studi teologici presso l’ISSR di Padova.
Cosa mi ha spinto verso questo cammino?
Un unico disegno, un unico progetto su di me che appena intuivo e che via via nella vita si stava dispiegando: il buon Dio che, nonostante i miei enormi limiti, mi riempie quotidianamente di doni, mi chiedeva di non tenere gelosamente per me quanto mi è stato affidato, ma di condividerlo nella certezza di non essere solo.
Come ho vissuto l’ordinazione diaconale?
Nella serenità: ero, ancora con stupore, privo di ansia e ciò l’ho attribuito all’essermi sentito sempre accompagnato e confermato nel mio percorso dai preti e dai diaconi della comunità diaconale, oltre che dal vescovo.
Durante la celebrazione ho avuto modo di gustare ogni momento del rito con i significati profondi dei gesti e delle parole capaci di esprimere una presenza viva, quella di Gesù, nostro Signore.
È stato inoltre molto bello aver percepito la vicinanza del popolo di Dio presente in Chiesa: persone accomunate dall’aver gustato, ciascuna con il proprio vissuto, la ricchezza del rito traboccante della Grazia del Signore.
Come ho vissuto il mio essere diacono in queste prime settimane?
Dopo l’ordinazione sono stato impegnato soprattutto nel servizio liturgico e alla carità. Mi accorgo di vivere questi servizi e il mio essere cristiano in modo diverso da prima. L’ordinazione mi ha cambiato realmente e mi trovo bene in questo stato di grazia. Con l’ingresso in Consiglio Pastorale Parrocchiale e in Congrega sento inoltre di partecipare in modo più attivo alla vita della comunità.